Third person

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Passerò per antipatica e incontentabile come Albertini, il protagonista della pubblicità IGNIS degli anni ’70… ma questo film è davvero brutto, e pure assai.

E’ vero che partivo prevenuta perché Liam Neeson non mi è mai granchè piaciuto come attore, ma confidavo nel resto del cast e nella speranza che dopo un mese di programmazione scadente questo titolo risollevasse- anche di uno zero virgola – il livello dell’offerta.

Macchè.

Ingenua, illusa.

E non stiamo parlando di pischelli di borgata, ma di gente del calibro di Kim Basinger (sempre stupendamente di classe), Olivia Wilde, Mila Kunis, James Franco e Adrien Brody ( l’alta definizione sulle sue rughe ci fa sentire bellissimi). A costoro si aggiunge una schiera di notevolissimi comprimari ( fra cui Scamarcio, Marchioni- aka “il freddo”- e Virgilio -“Patrizia”- di “Romanzo criminale”, la serie).

Inoltre la produzione – fra cast, musiche e ambientazioni ricercatissime fra Roma e Parigi- non ha badato a spese.

Ma non c’è stato niente da fare.

La trama (uno scrittore -premio Pulitzer- in crisi di scrittura è alle prese con nuovo romanzo che non oltrepassa lo stile “Liala”) non c’è, la storia è fuffa e quindi il nulla cosmico prende lentamente ( molto) consistenza fino alle dimensioni di un pallone aerostatico.

Alla fine quel poco che teneva con lo sputo evapora inesorabilmente e il tutto si affloscia lasciando un vago senso di inutilità.

Categoria: imbarazzante

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