Spectre

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Eccolo qui l’ultimo Bond, sia divertente che deludente, ma -del resto –si sapeva che dopo Skyfall dirigere un altro film su 007 non sarebbe stato facile.

Tante le cose belle in questa pellicola: gli abiti elegantissimi, la Bellucci (e il fatto che la sua interpretazione duri poco), le scene in elicottero, gli inseguimenti notturni a Roma e Londra semplicemente mozzafiato, lo humor inglese perfettamente dosato, il ritorno del gattone peloso del cattivo e delle dotazioni speciali nell’auto di Bond, la passeggiata iniziale sui cornicioni di Città del Messico, i rifugi segreti iper attrezzati e perfino il “ maledetto cagnaccio” di M.

Pregevole è anche la colonna sonora sia nelle fasi incalzanti che nei (fortunatamente pochi) momenti ”romantici”, anche se la sigla iniziale mi è sembrata un po’ moscia, malgrado qualche lontano accenno a “for your eyes only”.

Ovviamente la cosa migliore del film è Craig che si conferma un magnifico interprete nonchè un pregevolissimo esemplare di fascino maschile.

In questo episodio Bond vive un momento di assestamento e stagnazione (l’appartamento è arredato sommariamente, non vuole vedere il video con l’interrogatorio di Vesper…) e invece a fare notevoli passi avanti sono i suoi comprimari, sia l’antipaticissimo M (che riesce finalmente ad uscire dal ruolo di grigio burocrate e diventa determinante sul campo), che il nerdissimo Q , quello che in Skyfall si vantava di “fare più danni lui in pigiama con la tazza di te in mano, davanti a un lap top, che un agente operativo con licenza di uccidere”. Stavolta le pallottole che fischiano vicino alle orecchie di Q sono particolarmente efficaci per la presa di coscienza dell’utilità del settore doppio zero. In più al goffo Quartermaster sono affidate situazioni e battute davvero comiche e Ben Whishaw si muove perfettamente in quelli che furono i panni del mitico John Cleese.

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Venendo al punto la delusione principale consiste nel fatto che non c’è una vera storia da raccontare e, malgrado un film di Bond possa benissimo reggersi sul racconto di un’ordinaria giornata di Bond, qui si è voluta forzare la mano creando un nucleo di condensazione attorno ad uno pseudo-movente, pseudo-freudiano, che pesca torbidamente nel triste passato familiare dell’agente segreto. Oltre a non reggere la banalità del ruolo del fratellastro assetato d’odio, Christoph Waltz non riesce comunque a convincere molto come cattivo: non ne ha proprio le fattezze, il sorriso è rimasto quello del (seppur fantastico) dottor Shultz di Django e il tono di voce mellifluo e annoiato è troppo simile a quello di Bardem/DaSilva.

La stessa Spectre, per quanto terrificante, non arriva ad incutere il timore che dovrebbe. E’ tutto tenuto insieme con lo scotch: la riunione segreta in cui si enunciano le peggiori nefandezze e si massacra un membro del consiglio (scimmiottando alla lontana scene di eyes wide shut e gli intoccabili), la serie di attentati freddamente mostrati sui media e le prove della collusione di alti rappresentanti politici. In particolare la parte in cui James viene torturato nella sede della temibile organizzazione è ridondante e insulsa (ciononostante confesso di non aver capito perché la seconda iniezione non lo ha reso demente). Ovviamente oltre alle nuove minacce personali e globali c’è il solito resto del mondo che rema contro Bond : l’MI6 è in procinto di essere fagocitato in una fusione dei servizi segreti a livello mondiale, il programma doppio zero è sull’orlo della rottamazione e gli agenti sono bistrattati da tutti, quasi fossero dei braccianti clandestini a fine raccolto.

Infine, per quanto bella e seducente, Léa Seydoux risulta priva della profondità di Eva Green e della verve di Olga Kurylenko, ma a sua discolpa va detto che il suo personaggio è totalmente insignificante per cui forse in realtà è bravissima e sono io che sto sbagliando nel giudicare le sue altissime doti interpretative. Chissà.

Insomma Mendes ci serve un bel minestrone molto yawn e abbondantemente deja vu e col finale buonista e sentimentale scambia la conclusione della sua esperienza con Bond con la fine di Bond. E questo è, per me, imperdonabile.

Categoria : da vedere per non perdere il filo

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